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Obiettivo Strategico 5: La Blue Economy

Può una città nata sul mare tanto da prenderne il nome Panormus, tutto porto, avere un futuro che non valorizzi la sua identità e la sua storia? E’ semplicemente scandaloso il rapporto della città di Palermo e dei suoi abitanti con il loro mare.

L’incapacità di Palermo di rispettare, di vivere, di capire, di valorizzare il suo mare è una delle radici strutturali del suo declino, se è vero che il mare è produzione alimentare, è turismo, è fonte di produzioni di energie alternative, è spazio fisico, è possibilità di produzione armatoriale, è luogo di incontro e snodo di vie di collegamento, è possibilità di ricerca innovativa.

Senza un “progetto mare”, lungimirante e radicale,  che a partire dalla riconquista del “mare negato”, e quindi dalla sua bonifica radicale - in prima battuta  da Capo Gallo a Acqua dei Corsari e successivamente da Castellamare del Golfo a Termini nella logica della Città Metropolitana - si ponga l’obiettivo strategico di ripensare la funzione produttiva dei cantieri navali, la funzione turistica di spiagge straordinariamente belle ma degradate e di porti turistici ancora tutti da costruire, la possibilità di creare grandi complessi di acquacultura marittima e di impianti eolici, Palermo è destinata a restare povera e marginale perché nel mondo globalizzato non è possibile emergere quando non si ha la capacità di valorizzare un’asset di questa portata per la straordinaria combinazione connessa anche alla bellezza, alla posizione e alla storia.

 

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