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Obiettivo Strategico 7: Farsi carico delle emergenze della giovane Africa

Finchè in Africa milioni di uomini, e soprattutto di bambini,  moriranno di fame e di epidemie il mondo e soprattutto l’ Occidente (europeo ed Americano) non potranno avere pace, perché continueranno i flussi epocali, non fisiologici, d’immigrazione e, ad un tempo, crescerà l’ostilità di questi popoli (immigrati o meno) rispetto a chi li ha affamati e continua a distruggerli.

Con questa consapevolezza etica e strategico/economica  bisogna capire che non si può lasciare l’Africa alle insidie sistemiche e lungimiranti della Cina.

In altri termini, l’Europa e, nel suo contesto, la Sicilia devono farsi carico, ad un tempo, di un nuovo approccio incentrato sulla cooperazione economica e, dall’altro, di  caricarsi sulle spalle l’emergenza alimentare e sanitaria dell’Africa.

Finchè  un solo bambino morirà di fame o di epidemia vorrà dire che il mondo globalizzato non avrà trovato un nuovo modello di vita, di produzione e di consumo.

In questa prospettiva la Sicilia deve guardare all’Africa come al suo “new deal”, alla sua nuova frontiera di sviluppo economico e di solidarietà umana, ponendosi l’ambiziosa prospettiva di diventare con il proprio sistema formativo, nel lungo periodo,  punto di attrazione delle classi dirigenti emergenti per formarle e, nel breve periodo, con le classi dirigenti siciliane formate soluzione fattiva e concreta dell’emergenze economiche ed umanitarie.

Più specificatamente mentre costruiamo le condizioni per attrarre decine di migliaia di studenti africani, dobbiamo immaginare programmi di cooperazione economica e umanitaria che mettano migliaia di medici,  ingegneri,  agrari e piccoli imprenditori siciliani a servizio dell’Africa nell’ambito di progetti di cooperazione  finanziati dagli organismi internazionali quali la Banca Mondiale, la FAU, la Banca Centrale Europea e la Comunità Europea.


 

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