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La Motivazione: Perchè Palermo


Per costruire qualunque cosa bisogna prima vederla, immaginarla!
Per tale consapevolezza un ragionamento sul futuro della Sicilia e di Palermo in particolare, per essere realmente concreto deve essere assolutamente astratto!

La crisi che stiamo vivendo è solo l'inizio di una nuova era destinata a modificare radicalmente il rapporto dell'uomo con la natura ed i rapporti di forza delle grandi civiltà!

E' finito il dominio dell'uomo sulla natura e, ad un tempo, è finita la parentesi di dominio dell'uomo "bianco".
Per questo possiamo essere certi che la globalizzazione ed i connessi nuovi rapporti geopolitici cambieranno radicalmente il mondo.

Se vogliamo evitare guerre "coloniali" devastanti, l'Occidente deve rinunciare alla pretesa di usufruire di oltre l'80% delle risorse e, ad un tempo, ritornare a crescere demograficamente e a ritrovare l'orgoglio della Sua visione fondata sulla libertà e l'uguaglianza.

Per questo nei prossimi anni assisteremo ad una profonda modifica "della geografia dell'offerta produttiva globale" e, ad un tempo, dei modelli di consumo e quindi di vita. In questa prospettiva l’Occidente deve  cambiare velocemente modelli di vita e di consumo nella consapevolezza che il rapporto tra produzione-consumi e felicità è saltato.

“Dovremo” adattarci ad avere meno risorse. Meno soldi in tasca. Essere più poveri. Ecco la parola maledetta: povertà. Ma dovremo farci l'abitudine. Se il mondo occidentale andrà più piano, anche tutti noi dovremo rallentare. Proviamoci, con un pò di storia alle spalle, con un pò d'intelligenza ed umanità davanti".
Così chiude “l’economia giusta”  il libro-testamento di Edmondo Berselli.
Per costruire un benessere materiale innaturale l’Occidente ha massacrato interi continenti e distrutto la sua stessa vita di relazione, la sua stessa umanità.

Il rischio che corre il nostro Paese è che il Nord pensi di risolvere i suoi problemi non contribuendo a fare questa rivoluzione radicale, ma  scaricando la sua incapacità di "ripensarsi" e riformarsi sul Sud attraverso una riforma fiscale "ragioneristica". In questa ipotesi siamo destinati tutti ad impazzire e ad essere, alla fine del processo, distrutti,  perché privi di una visione e di un ruolo nella geografia globale.

Per quanto sopra l'Italia nel suo complesso, ed il Mezzogiorno in particolare,  sono chiamati a ripensare se stessi in termini "assoluti" e "relativi".

Ecco perchè "è venuto il tempo di puntare su una missione nuova per l'Italia nel sistema internazionale della divisione del lavoro. Il capitalismo italiano deve ripartire da qui:una ridefinizione del senso del proprio stare nel mondo. Se non lo farà, il declino sarà inesorabile e secolare” (cfr. Carlo De Benedetti-Giuliano Amato).

In questa nuova prospettiva il Mezzogiorno/Sicilia ha più risorse strategiche del Nord del Paese, destinato ad essere segnato profondamente dalla crisi dell'industria tradizionale, e quindi più opportunità a condizione che non si pianga addosso; si liberi delle mafie; vada ad un chiarimento definitivo dei rapporti con il Nord del Paese (per "riscrivere un patto collettivo tra gli italiani" finalizzato ad una "manutenzione straordinaria del modello di sviluppo nazionale" o affrontare molto seriamente la prospettiva di una divisione consensuale del paese - cfr Gianfranco Viesti); acquisisca la consapevolezza che nel mondo delineato bisogna saper fare pochissime cose ma eccellenti ("lo sviluppo squilibrato").

In particolare il nuovo modello di sviluppo della Sicilia/Mezzogiorno, e per questa via per il Paese, dovrà essere incentrato su cinque  semplici  inglesi: soft, green, slow, blu, swit, nel senso che bisogna avere la forza di smantellare senza inutili perdite di tempo tutto ciò che non risponde a tali caratteristiche per non distruggere risorse finanziarie utili a costruire la nuova economia del Paese.

Ciò nella certezza che i settori del futuro, come ci ricorda Jacques Attali in “Sopravvivere alla crisi” sono l’energia, l’acqua, le infrastrutture, il tempo libero, la salute, le reti, i servizi e la sicurezza informatica…, l’allevamento, la piscicultura, l’agricoltura, l’ambiente, l’energie rinnovabili, l’ingegneria climatica, i rifiuti …., la logistica, i servizi finanziari pubblici...  il materiale medico, il biomedico, i servizi alla persona, la cura degli anziani… il turismo, le società finanziarie, le industrie del virtuale.

In questo contesto di globalizzazione e federalismo fiscale la sfida che Palermo deve lanciare a se stessa e al Paese, nella prospettiva di riprendersi il suo futuro,  sta nella costruzione di una “nuova metropoli”  fondata sull’economia del futuro e sulla sua finalmente compiuta capacità di collegare il vecchio Occidente con la giovane Africa per creare nuove opportunità di cooperazione economica e farsi carico delle drammatiche emergenze umanitarie di questo straordinario continente.   


 

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