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Obiettivo Strategico 1: La Soft Economy

L’industria pesante (del ferro, dell’acciaio, del cemento e della meccanica di base) ma anche l’industria tradizionale (del tessile, dell’abbigliamento, del legno, del cuoio e della plastica) non sono più nel futuro della città metropolitana di  Palermo.

Bisogna avere la responsabilità e la lungimiranza di dire definitivamente addio alla Keller e alla Fiat. Il sogno industriale della “nuova Palermo” non finisce con la fine della Fiat ma comincia con la fine della Fiat.   

La logica economica insegna che l’offerta và dove i costi di produzione sono più bassi e nello stesso tempo dove c’è la domanda.

Nel mondo globalizzato di questo inizio di secolo i minori costi di produzione e la maggiore domanda coincidono con le nuove grandi potenze in via di sviluppo (Cina, India, Brasile). Nessuno può fermare la dinamica di queste straordinarie e “naturali” forze economiche. Attardarsi a difendere questo passato industriale significa distruggere le risorse decisive per il nuovo sviluppo industriale:
per questo il futuro della Sicilia e di Palermo è nell’industria “soft”,ad altissimo contenuto creativo e tecnologico in grado di “volare” a bassissimo costo da una parte all’altra del globo per intercettare la nuova domanda globale che cresce con il crescere della qualità della vita e la complessificazione delle relazioni geopolitiche.

In questa prospettiva:

a) andrà aperto parte del patrimonio immobiliare pubblico all’insediamento di sotwarehouse laboratori d’innovazione ed incubatori d’impresa collegati con le realtà vitali presenti in tutto il mondo ed incentivare la produzione di brevetti e marchi con procedure “smart”; 

b) andranno ripristinati circuiti virtuosi di apprendistato in antiche produzioni (si pensi alla secolare esperienza delle ceramiche d’arte, alla tradizione nella lavorazione dell’argento e alla marineria da diporto.
 

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