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Obiettivo Strategico 4: La Sweet Economy

Palermo, per la sua natura di porto, è stata, è e dovrà continuare ad essere con più intensità e consapevolezza una città mite ed accogliente, aperta, multietnica e ad un tempo città della vita e dei servizi alla persona.

In altri termini in un mondo nel quale le città, le regioni, le nazioni, si stanno posizionando rispetto al modello di identità da perseguire e quindi da difendere, la Sicilia e Palermo non possono che optare, per storia e natura,  per quello che sono stati nel momento del loro massimo splendore durante il  quale sotto un’unica e lungimirante gestione strategica convivevano con i Normanni, Greci, Ebrei, Arabi e “Cristiani”.

Non eravamo “bianchi”, non lo saremo più.

In questa prospettiva, mentre crescerà la multirazialità,  andrà avviata una riflessione filosofica e antropologica sui due possibili modelli di relazioni pacifiche che la storia ha visto realizzarsi: da un lato la convivenza delle identità preservate e conservate, con i loro quartieri, i loro costumi, le loro lingue,  i loro modelli di consumo, i loro riti e dall’altro, la contaminazione progressiva, con la crescente integrazione “gentica e culturale”.

Tutto ciò sviluppando, contemporaneamente, una radicale cultura della vita che nasce e della vita che finisce, per fare di Palermo una città che ritorna a crescere demograficamente e nello stesso tempo che si caratterizza, nello scenario globale, come una città dove potersi curare adeguatamente e soprattutto, dove potere morire serenamente.

Una città che si candida ad essere il luogo di incontro e di elaborazione internazionale di un nuovo pensiero umanistico teso a ridare all’uomo il senso del proprio destino e della propria autenticità in un dialogo profondo di ideologie, di culture e di religioni.

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